Per i redditi da lavoro più bassi, quelli fino a 15 mila euro, quest’anno la tredicesima sarà più ricca. È una dei punti del nuovo decreto attuativo della riforma fiscale che sarà esaminato nel consiglio dei ministri di oggi, il secondo che riguarda l’Irpef dopo quello che alla fine dello scorso anno aveva ridotto da quattro a tre le aliquote fiscali. Il testo, ha tenuto a precisare il vice ministro dell’Economia e padre della riforma fiscale, Maurizio Leo, non è ancora definitivo. «Il provvedimento», ha spiegato Leo, «non è quello definitivo. Stiamo lavorando», ha aggiunto, «per mettere a punto un decreto che sia compatibile con le esigenze dei contribuenti e al tempo stesso rispettoso degli equilibri di finanza pubblica».
Il testo sarà probabilmente limato nella riunioni preparatorie di questa mattina.
LA BOZZA
La bozza di provvedimento contiene anche altre novità, come per esempio quella sugli aiuti erogati dagli enti bilaterali. Si tratta di organismi paritetici costituiti dalle imprese e dalle rappresentanze dei lavoratori per sostenere le persone impiegate in un dato comparto attraverso diversi strumenti come premi per la nascita di un figlio, piuttosto che aiuti economici per il pagamento delle rate dell’asilo nido. La bozza del decreto legislativo prevede che tutte queste erogazioni, che oggi sono escluse dal reddito, entrino a farvi parte. A fronte di questo però, verrebbe introdotta una detrazione fino ad un massimo di 3.615,2 euro dei contributi versati dai lavoratori agli enti bilaterali stessi.
Il decreto legislativo introduce anche una serie di norme in grado di produrre gettito fiscale per le casse dello Stato. Come per esempio l’avvicinamento dei valori fiscali ai valori contabili. Se da questo riallineamento dovessero scaturire valori positivi, scatterebbe una tassazione sostitutiva del 18 per cento. Una regola simile vale per “l’affrancamento” delle riserve, una misura che serve per rendere disponibili per la distribuzione ai soci gli utili messi da parte negli anni. In questo caso la tassazione per ottenere questo beneficio sarebbe del 10%.
Quello di oggi non sarà l’ultimo decreto attuativo della riforma dell’Irpef. Mancano ancora dei tasselli, a partire dalla tassazione delle rendite finanziarie e dalla riforma delle detrazioni fiscali e delle altre tax expenditures. Nelle prossime settimane, poi, dovrebbe arrivare sul tavolo del consiglio dei ministri anche il provvedimento che rimette ordine nell’Iva, l’imposta sui consumi. Da qui a giugno, insomma, si preannuncia un percorso a tappe forzate.