Salerno: il processo alle Coop, Vittorio Zoccola «Nessun patto con Nino Savastano avevo rapporti con tutti»

L'imprenditore delle coop di Salerno in aula: «Per sette anni sono stato nel mirino Idella Dia e della finanza: sono esausto»

Vittorio Zoccola
Vittorio Zoccola
di Petronilla Carillo
Martedì 7 Maggio 2024, 06:05 - Ultimo agg. 14:35
4 Minuti di Lettura

Alla fine neanche la montagna ha partorito il topolino. Fiorenzo, detto Vittorio, Zoccola raìs delle cooperative sociali, benché incalzato dai pubblici ministeri Elena Cosentino e Guglielmo Valenti, ha confermato tutto quanto detto durante l’interrogatorio di garanzia, ribadendo che qualche sbavatura nei ricordi c’è stata perché «durante quelle sette ore di interrogatorio fui torturato: ero in carcere ed ero anche molto provato».

Il concetto alla fine del suo interrogatorio è stato sempre la stesso: «io prendevano ordini soltanto da Vincenzo De Luca». E, rispetto all’ipotetico accordo con Nino Savastano, coimputato con lui nel procedimento stralcio dell’inchiesta madre, ha escluso di avere un collegamento diretto con lui. «Io stavo tutte le mattina davanti al Comune di Salerno - ha detto in aula Zoccola - dalle 9 alle 11, da 40 anni.

E incontravo chiunque. Anche Nino Savastano ma non solo lui. Non avevo ottimi rapporti con tutti ma avevo rapporti diretti con Vincenzo De Luca, anche quando era sindaco».

Nella ricostruzione delle vicissitudini delle varie coop e di quel bando prima fatto e poi ritirato, Zoccola ha ammesso di aver parlato con tutti i membri della giunta, anche con il sindaco Vincenzo Napoli, con il suo capo staff Felice Marotta ma, ovviamente, «di avere un filo diretto con il dirigente del settore Ambiente del Comune, Luca Caselli». Ricordiamo che anche Caselli è a processo per la vicenda delle coop ma in un altro filone perché per Zoccola e Savastano è stato disposto il giudizio immediato.

Nel corso dell’udienza ci sono stati anche momenti di frizione tra l’accusa e le difese, in particolare su una contestazione dell’avvocato Agostino De Caro, difensore con il collega Giovanni Annunziata, del consigliere regionale. C’è stata una domanda dei due pm che riguardava elementi di prova raccolti durante una intercettazione telefonica ritenuta inutilizzabile dalla Corte nel processo ma, dopo circa una trentina minuti di camera di consiglio, la presidente Casale ha sciolto la riserva e ha ritenuto ammissibili le domande dei due sostituti procuratori. Ancora una volta, come nelle ultime tre udienze, Zoccola ieri ha ricostruito la vicenda delle gare e delle proprie concesse alle cooperative sociali.

Video

«Le cooperative - ha ribadito - erano contrarie alle proroghe perché era una situazione precaria» quindi ha ricordato come nel 2018 avevano contestato il bando perchè il prezzo non era congruo e di come i fratelli Ventura avessero fatto diverse segnalazioni per far assumere parenti nelle cooperative partecipate e all’asilo nido senza concorsi». Poi ha parlato dei controlli. «Dal 2015 al 2022 abbiamo subito controlli giudiziari, nel 2015 la Dia ci fece un sequestro ma tutto è stato archiviato. Anche il ministero di fece controlli e nel 2022 i finanzieri contestarono alcune mie fatture come consulente e ho pagato 40mila euro di sanzioni». Poi ha precisato: «ho subito sette anni di persecuzioni». Altro momento di tensione con la procura è stato quando Zoccola (difeso dagli avvocati Giuseppe Della Monica e Gaetano Manzi) ha ricordato della famosa gara ritirata dal Comune e, in attesa del ricorso a Tar, fu imposto dal ministero una proroga perché si tratta di un servizio pubblico che non poteva essere sospeso.

In aula, nel corso dell'udienza, incalzato dalle difese, Zoccola è tornato anche sulle regionali e sul suo supporto a Nino Savastano e a Virgilia Fogliame. Su questa associazione dio nomi, l’imprenditore ha voluto sottolineare un dettaglio che non aveva dato durante l’interrogatorio. «La Fogliame - ha detto Zoccola ai giudizi - è stata proposta a Savastano dall’avvocato Michele Sarno perché figlia di un suo carissimo amico di Scafati. Io non l’ho mai vista, solo sui fac simili elettorali che aveva Sarno sulla scrivania del suo studio». Subito dopo l’arresto, ricordiamo, Zoccola era difeso proprio dall’avvocato Michele Sarno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA