«Ha usato epiteti di ogni tipo, offendendo mio marito per i suoi orientamenti sessuali. Frasi irripetibili ma che ciascuno può ben immaginare....E poi lo ha offeso perché non è italiano: voi stranieri siete tutti ladri... E via con altre frasi offensive». Girolamo Santulli, di Baronissi, da cinque anni è il marito di Samìr, originario dell’Honduras.
A sposarli è stata l’attuale vicesindaca di Baronissi, Anna Petta, oggi in corsa per la poltrona di primo cittadino. È lei che, prima dalle pagine social e poi con una nota, ha denunciato l’aggressione violenta subita dal suo concittadino. Su quanto accaduto martedì pomeriggio in via Mercanti, indaga ora la Digos della polizia, diretta dal vicequestore Francesco Tedesco, dopo un primo intervento della sezione Volanti.
«Ero appena uscito da un bar ed ero in sella alla mia bicicletta quando questa persona mi si è parata davanti, mi ha afferrato per i capelli facendomi cadere», dice Samìr in una nota emessa dall’Arcigay che condanna l’accaduto.
È il marito di Samìr a raccontare quanto accaduto. «Io ero al funerale di mio padre - spiega Girolamo Santulli, di professione scultore - ma Samìr aveva un colloqui di lavoro così è andato a Salerno con la sua bici elettrica. Era nei Mercanti quando si è incrociato con il suo ex datore di lavoro. L’uomo, appena lo ha visto, ha iniziato a offenderlo dando a mio marito le colpe del fallimento del suo ristorante. E questo perché Samìr aveva deciso, circa due anni fa, di andarsene per i soliti problemi: sfruttamento del lavoro degli stranieri per pochi spiccioli. Lavorava tanto e guadagnava poco. Dopo di lui sono andati via anche altri e il gestore del locale ha avuto difficoltà a restare aperto perché, alle sue condizioni non trovava personale».
Prende fiato, e continua. «All’improvviso gli si è scaraventato addosso, lo ha preso a schiaffi, pugni e calci...poi lo ha sbattuto a terra e ha iniziato ad offenderlo per il suo orientamento sessuale e poi perché straniero. Per fortuna molti commercianti della zona conoscono Samìr e lo hanno aiutato. Anche la polizia, intervenuta subito, è stata molto attenta: lo hanno accompagnato con l’ambulanza in ospedale dove un medico gli ha chiesto scusa, facendogli presente che “non tutti gli italiani sono così”... Poi i poliziotti lo hanno riaccompagnato a alla bicicletta e gli hanno chiesto se se la sentiva di tornare da solo. Samìr è sotto choc, ancora non riesce a raccontare bene ciò che è accaduto, anche se ha presentato denuncia in questura, ed è dolorante: gli ha fa male la schiena, la testa e altre parti del corpo».