di Rossella Grasso
Domenica mattina, il sole splende e i ragazzi della grande maratona dell’Accenture Digital Hackathon hanno pochi minuti a disposizione per terminare i loro lavori. Nella sala in cui sono entrati circa 24 ore fa l’eccitazione si tocca con mano: non vedono l’ora di poter presentare le loro app anche se un po’ d’ansia c’è sempre.
Alle 11 meno 5 parte il countdown: «Tempo terminato!». Poi con valige, sacchi a pelo, zaini e coperte ci si sposta tutti insieme verso l’aula Magna del polo universitario della Federico II di San Giovanni a Teduccio. Lì li aspetta la giuria composta da professionisti di Accenture, docenti dell’Università, l’Unione Industriali ed esperti del mondo digitale provenienti da tutta Italia.
«È un’iniziativa – ha detto Gaetano Manfredi, rettore dell’Università Federico II - che mette insieme la grande competenza e l’antica tradizione dell’Università con le forme più innovative di ricerca, di applicazione e di rapporto con le imprese. Credo che questo sia il futuro e lo stiamo costruendo proprio a Napoli, nella periferia che si sta rilanciando in maniera straordinaria». Intanto i ragazzi hanno iniziato a esporre i loro lavori sul palco dell’Aula Magna. Chi vincerà?
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