Rai, procedimento contro Serena Bortone: «Chiesti chiarimenti». Ma l’ad Sergio “ripesca” Saviano

L'audizione di ieri sera della commissione bicamerale di vigilanza Rai, convocata per ascoltare i vertici dell'azienda, ha confermato il clima rovente che si respira a Viale Mazzini

Rai, procedimento contro Bortone. Ma l’ad Sergio “ripesca” Saviano
Rai, procedimento contro Bortone. Ma l’ad Sergio “ripesca” Saviano
di Federico Sorrentino
Giovedì 9 Maggio 2024, 00:31 - Ultimo agg. 12 Maggio, 14:05
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La Rai chiederà «chiarimenti e spiegazioni» a Serena Bortone, la conduttrice di “Che sarà..” che aveva denunciato la cancellazione del monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile previsto nella sua trasmissione. Prosegue così lo scontro in Rai dopo lo sciopero del 6 maggio indetto dai giornalisti e le tensioni interne tra Usigrai e Unirai, i due sindacati del servizio pubblico. E l'audizione di ieri sera della commissione bicamerale di vigilanza Rai, convocata per ascoltare i vertici dell'azienda, ha confermato il clima rovente che si respira a Viale Mazzini, nonostante l’annuncio dell’ad Sergio: «Ho chiesto al direttore Coletta di inserire Insider (il programma di Saviano che era stato cancellato,ndr).

Tornando a Bortone, dice Sergio, «non è stato aperto un provvedimento disciplinare ma una richiesta di chiarimenti.

Poi si deciderà. È un avvio di contestazione». Quanto a Scurati, Sergio ha precisato che «non è stata vietata la partecipazione dell'ospite o la lettura del monologo, che poi è stato rappresentato dalla signora Bortone in trasmissione». La vicenda, secondo Sergio, ha comunque creato «un danno reputazionale, con un’accusa di censura inesistente». Dall'ad anche la denuncia di «un accanimento distruttivo» di cui è vittima la Rai. E torna anche sul caso Travolta-Sanremo: «Abbiamo chiesto il risarcimento danni». Sulla questione Bortone, critiche le opposizioni. Angelo Bonelli, Verdi, membro della commissione: «Stiamo entrando in una fase molto cupa per la democrazia». Contro la Bortone «gesto arrogante», dice il Pd.

Sempre ieri, i componenti dem in Vigilanza Rai si erano scagliati contro Rainews per aver trasmesso in diretta nel pomeriggio, per 47 minuti, un intervento integrale della Meloni in un convegno a Montecitorio sulla riforma costituzionale. «Rainews come l'Istituto Luce», è la protesta dei membri Pd che parlano di «misura colma: sono ormai quotidiane e ripetute le violazioni di cui si sta macchiando l'attuale governance Rai. Quello di oggi è stato un intervento politico, la Rai faccia lo stesso con gli altri leader, a partire da Elly Schlein». Accuse respinte al mittente da Unirai. Secondo il segretario Francesco Palese, l'accusa di “Telemeloni” «è l'invenzione di un circo politico, mediatico e sindacale. Telemeloni non esiste e se esiste vuol dire che prima esistevano anche TeleDraghi, TeleRenzi, TeleMonti, TeleConte I, TeleConte II».

IL CASO MENTANA

Nel frattempo, La7 ha provato a ricucire lo strappo tra Mentana-Gruber. Era stato lo stesso direttore del tg, accusato dalla collega di «incontinenza» per averle dato la linea in ritardo, a chiedere all'azienda di spezzare «il mutismo» degli ultimi giorni. In una nota, l'emittente di Urbano Cairo ha ricordato «gli ottimi risultati ottenuti grazie al contributo di tutti e a un prezioso lavoro di squadra». Per questo, La7 ritiene «fondamentale che non venga mai a mancare il rispetto reciproco. Così come è fondamentale che non manchi il rispetto verso un'azienda che ha nei suoi valori fondanti la libertà di espressione e l'autonomia responsabile dei suoi conduttori e giornalisti. Un'azienda che ha saputo negli anni mantenere e ampliare il livello di occupazione, risanarsi economicamente, e diventare punto di riferimento nel panorama informativo italiano». La risposta di Mentana è arrivata poco dopo. Su Fb, il direttore ha pubblicato il lcomunicato diffuso dall'azienda e un semplice «Sottoscrivo» di commento. Poi la replica di Gruber: «Condivido da 16 anni la linea e le regole della mia azienda». Questione chiusa, almeno per ora.

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