Napoli, il Maschio Angioino riapre ma con i teli di sicurezza

Chiuso dallo scorso 30 marzo per cedimenti: ora è in sicurezza fino al restyling da 18 milioni previsto a breve

Teli di protezione al Maschio Angioino
Teli di protezione al Maschio Angioino
Paolo Barbutodi Paolo Barbuto
Mercoledì 24 Aprile 2024, 23:30 - Ultimo agg. 25 Aprile, 09:21
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Alla vigilia di Pasqua, lo scorso 30 marzo, nel cortile interno del Maschio Angioino ci fu un cedimento che impose la chiusura del castello. Vennero giù pezzi di mattoni e piperno, non un crollo imponente, però scattò immediato un allarme sicurezza inderogabile. Divieto d’accesso, visite vietate ai turisti perché era necessario verificare le cause dei cedimenti e lo stato dell’intera facciata interna.

Quelle verifiche sono state effettuate e, da stamattina 25 aprile 2024, il castello simbolo della città di Napoli riaprirà i battenti. Un po’ incerottato perché bisogna garantire la sicurezza in attesa di profondi interventi di recupero, ma a disposizione dei visitatori per il lungo ponte che arriva fino al primo maggio, per recuperare la delusione dei turisti rimasti fuori nel week end di Pasqua. 

Il recupero

Sono state esaminate nel dettaglio tutte le facciate che guardano nel cortile interno del Maschio Angioino. In cima a una piattaforma aerea che ha raggiunto i trenta metri d’altezza massima della muratura, esperti tecnici hanno setacciato centimetro per centimetro la struttura, hanno rimosso, catalogato e messo da parte un centinaio di pezzi di piperno, marmo bianco, tufo e mattoni che erano in bilico; così è stata garantita la sicurezza dei visitatori.

Per evitare ulteriori preoccupazioni sotto la volta del corridoio che conduce all’interno della struttura monumentale è stata applicata una vistosa rete di protezione che servirà a raccogliere eventuali calcinacci in caduta. Insomma, si tratta di interventi rapidi e utili solo alla riapertura temporanea del Maschio Angioino che, a breve, sarà sottoposto a un intenso interventodi recupero.

Il restyling

La questione del Maschio Angioino è stata al centro di un recente incontro fra il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, e il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.

Si sono incontrati a Roma, in occasione della presentazione di “Pompei theatrum mundi” che si è tenuta proprio nella sede del Mic. In quella occasione proprio il ministro ha ribadito la volontà di mettere a disposizione 18 milioni di euro da destinare interamente alla ristrutturazione del Maschio Angioino. Subito dopo l’incontro romano fu proprio il sindaco a chiarire «c'è una volontà di finanziare questo grande intervento di restauro complessivo del Maschio Angioino, il Comune ha chiesto 18 milioni, il progetto c'è, il ministro che sta formalizzando l'atto, sono fondi del Mic sulla nuova programmazione».

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I danni

Il Maschio Angioino ha gravi problemi di manutenzione. Nel corso dell’ultimo anno solo un intervento finanziato da un’azienda privata ha garantito la realizzazione di una nuova copertura sul tetto per fermare le infiltrazioni che lentamente stavano aggredendo l’interno del castello. Il cinquanta per cento delle aree coperte è inibito per problemi statici, l’intero camminamento che circonda il maniero è proibito per il pericolo di cedimenti del tufo che avvolge tutta la struttura, in alcune sale (chiuse) le statue sono protette da coperte per evitare danni. Alla base del castello c’è una falda d’acqua che risale pericolosamente e rischia di allagare tutto; sul tetto due lucernari, divelti dal vento almeno cinque anni fa, sono stati sistemati da poco per fermare la pioggia che cadeva direttamente al di sopra della cappella Palatina.

C’è, poi, l’antico allarme per la Torre di Guardia, quella sulla destra di chi varca il portone d’ingresso, che è chiusa da due anni. Un documento interno di Palazzo San Giacomo spiega testualmente che «...la Torre di Guardia di Castel Nuovo soffre di gravi dissesti statici a seguito dei quali è stata disposta l’impraticabilità dei luoghi ove è ospitata la documentazione archivistica del Patrimonio e Demanio del Comune di Napoli».

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