La scuola della psoriasi: esperti a confronto a Salerno

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Sono oltre mille i pazienti salernitani affetti da psoriasi. Il dato, diffuso dal dottore Carlo Marino, direttore dell'Unità operativa di Dermatologia del Ruggi, è emerso nel corso della prima giornata del V congresso nazionale della Scuola della Psoriasi, che si terrà, ancora oggi, presso gli spazi della Fondazione Ebris di Salerno (via Salvatore de Renzi, 50). Non esiste una maggiore incidenza tra gli uomini e le donne, ma la patologia è sicuramente in crescita. «Attualmente abbiamo circa 300 pazienti in trattamento con i nuovi farmaci biotecnologici, che rappresentano il futuro per la cura di questa malattia – ha spiegato – Ma complessivamente ne soffrono oltre mille persone. E molti si rivolgono per le cure anche presso strutture ubicate in altri territori, come Napoli ed Avellino». 

Tra i malati, ci sono anche bambini. Se non curata per tempo, la patologia può accompagnarsi anche ad altre patologie, la più pericolosa delle quali è senza dubbio l'artrite psoriasica, che tendono ad incidere sia in termini psicologici che socio-lavorativi sulla vita dei pazienti. La nuova frontiera, come chiarito dal professore Nicola Balato, presidente della Scuola della Psoriasi, è rappresentata dai farmaci biotecnologici. Il successo di queste terapie risiede nella loro grande selettività di azione che consente di ottenere, in tempi bravi, una notevole percentuale di riuscita. Il tema scelto per questa edizione è Never stop learning, che rispecchia la mission di un progetto volto alla formazione e all'approfondimento costante non solo sulla psoriasi, ma anche sulle malattie infiammatorie croniche e immunomediate della cute. Negli ultimi anni l’interesse nei confronti della psoriasi è andato sempre più aumentando. Le ricerche cliniche e di laboratorio hanno evidenziato la stretta correlazione tra psoriasi e altri processi infiammatori extracutanei, al punto di far nascere il concetto di malattia psoriasica, una vera e propria sindrome multiorgano. Il dermatologo che si occupa di psoriasi ha assunto il ruolo di “medico sentinella” e deve essere in grado di individuare l’eventuale coinvolgimento di altri organi o apparati e di attuare, quindi, tutte le possibili strategie preventive.

La Scuola della Psoriasi è un progetto educativo che si propone di unire diversi specialisti nella gestione globale della malattia psoriasica, al fine di creare un linguaggio comune e condiviso. Un’informazione univoca e aggiornata è fondamentale per creare équipe di persone esperte che, interagendo in modo produttivo, possano gestire la malattia. La Scuola è stata fondata da Fabio Ayala, Nicola Balato, Giuseppe Monfrecola, Cataldo Patruno, Massimiliano Scalvenzi.

Seppur con qualche cautela derivante dalla difformità dei risultati raccolti nei diversi studi, possiamo sostenere che la psoriasi colpisca lo 0.6-4.8% della popolazione mondiale, cosa che rende questa patologia un serio problema globale. Degli stimati 125 milioni di pazienti affetti da psoriasi, il 25-30% è colpito da una forma moderata-grave. Diffusione europea più del 2% della popolazione, in Italia circa 2,5 milio di persone sono affetti da questa patologia. Nei rilevamenti sulla diffusione della psoriasi il rapporto uomo-donna è di 1:1, vale a dire che non sono state osservate delle discrepanze statisticamente significative legate al genere, anche se qualche ricerca mette in evidenza alcune differenze.

Risulta, infatti, che l’esordio sia più precoce nelle donne, mentre negli uomini sembra ci sia una maggiore probabilità di contrarre forme più severe della malattia.

Pare anche che la psoriasi incida maggiormente sulla vita psicologica e sessuale delle donne e crei più stress lavoro-correlato negli uomini. La psoriasi può verificarsi a qualunque età, tuttavia si è osservato che ha due picchi prevalenti di insorgenza: uno giovanile (dai 16 ai 22 anni) e uno tardivo (tra i 50 e i 60 anni) e può colpire anche i bambini.

Una ricerca su un campione di 511.532 persone in Italia, condotta tra il 2001 e il 2005, ha riferito un'incidenza di psoriasi (adulti che hanno subito una prima diagnosi di psoriasi) di 2.30-3.21 casi per 1000 persone/anno. Di questi, pare che circa il 10% sia colpito da una forma grave con un impatto significativo sulla qualità della vita. Una proporzione attorno allo 0.1% dei pazienti psoriasici italiani soffre di varianti molto gravi o complicate, come la psoriasi eritrodermica e la psoriasi pustolosa generalizzata.

I soggetti con familiarità per psoriasi mostrano la tendenza a un più precoce esordio della malattia. Inoltre, il rischio di sviluppare la psoriasi nel corso della vita risulta tre volte maggiore nei discendenti di soggetti affetti precocemente da questa malattia rispetto ai discendenti di coloro che l’avevano sviluppata dopo i 30 anni. L’esordio precoce si accompagna anche a una maggiore gravità delle manifestazioni.