Ercolano, demolito il rione del clan: nasce la piazza con vista sugli Scavi

Riqualificata con i fondi Pics e il contributo del magnate Packard, l'area sottratta alla camorra

La piazza con vista sugli scavi
La piazza con vista sugli scavi
di Mariella Romano
Lunedì 6 Maggio 2024, 23:46 - Ultimo agg. 7 Maggio, 07:01
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Dove c’erano muri e case occupate dalla camorra oggi c’è una piazza. E ci sono alberi, fiori e speranze. Sono cinquemila i metri quadri destinati a cambiare la storia di via Mare, a Ercolano, e del quartiere in cui venne ucciso, per uno scambio di persona, Salvatore Barbaro, vittima innocente della criminalità organizzata.

Il futuro si chiama piazza Carlo di Borbone, una terrazza che offre un affaccio spettacolare sui resti dell’antica Ercolano e sul mare del Golfo di Napoli; che unisce l’urbe seppellita dall’eruzione del 79 dopo Cristo e la città nuova, con viali fioriti che cancellano il degrado degli ultimi trent’anni. «Non è solo un’opera di rigenerazione urbana - dice il sindaco Ciro Buonajuto - ma è soprattutto un’opera di riqualificazione sociale che è iniziata nel 2014 ed è un’opera unica nel suo genere perché frutto del partenariato tra Comune di Ercolano, Parco Archeologico e un filantropo, il magnate americano David junior Packard che la città di Ercolano non finirà mai di ringraziare. Il futuro di Ercolano sta nel turismo, nella cultura e nella legalità.

E questa piazza ne è la dimostrazione. Vedere tanti cittadini ma soprattutto adolescenti e bambini è una grande soddisfazione per un sindaco, la più bella vittoria per tutta Ercolano».

Il riscatto 

Una soddisfazione che, ieri mattina, il sindaco Buonajuto ha condiviso con il governatore della Campania, Vincenzo De Luca e con Matteo Renzi, arrivato apposta in città per taglio del nastro. Insieme hanno inaugurato la piazza che era gremita di giovani e anziani. Insieme, e con la mano sul cuore, hanno cantato l’inno di Mameli eseguito dal coro dell’istituto De Curtis-Ungaretti. Il primo cittadino, osannato sul palco dall’amico Matteo - «è il miglior sindaco d’Italia» -, ha parlato ai cittadini che hanno partecipato all’evento e alle persone affacciate ai balconi, ricordando che «quelle case, fino a qualche anno fa, erano occupate dalla camorra» e ha reso omaggio al giovane Salvatore Barbaro ringraziando i familiari presenti tra il pubblico.

«Quest’opera è unica al mondo», ha confermato nel suo intervento il governatore De Luca. «Una piazza così ampia che affaccia su un’area archeologica, con il mare sullo sfondo, è un luogo benedetto da Dio. Abbiamo, avete creato un attrattore turistico di valore mondiale che dà una identità nuova, più moderna, alla città di Ercolano». Matteo Renzi, che da presidente del Consiglio sbloccò i fondi per realizzare l’opera, ha aggiunto scambiando battute di intesa e complicità con il governatore De Luca: «Questo è un giorno di festa non solo per Ercolano ma per l’intera comunità italiana perché ciò che ha fatto il sindaco in quest’area è straordinario. Grazie agli investimenti di un privato americano, con l’aiuto della Regione e con l’impegno del Comune, quelli che erano edifici che bloccavano la bellezza del territorio, diventano una piazza e questo porta al recupero di tutto il territorio di Ercolano e apre il rapporto tra gli Scavi e la comunità».

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Una giornata di festa sulla quale, però, hanno pesato le assenze e le divergenze politiche tra governo e regione. Nel giorno più importante per la città, infatti, un cancello che separa l’ingresso degli scavi da piazza Carlo di Borbone, è rimasto chiuso ed è stato impedito a turisti e cittadini di utilizzare il passaggio che, secondo il progetto originario, dovrebbe mettere in collegamento l’area di cinquemila metri quadri e il parco archeologico dell’antica Herculaneum. Ma non è stata solo la chiusura del cancello a sottolineare quello che potrebbe essere definito uno sgarbo politico e a marcare la probabile distanza tra gli enti coinvolti nella realizzazione dell'opera. A fare rumore, anche l’assenza del professore Francesco Sirano, il direttore del parco archeologico che dipende dal Ministero della Cultura.

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