Fincantieri, Bono: «Servono 6mila lavoratori e ai giovani non interessa»

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Nei prossimi cinque anni le imprese italiane offriranno un posto di lavoro a 469 mila tecnici e super periti degli Istituti Tecnici Superiori, ma i candidati non ci sono. A inizio gennaio il bollettino di Anpal (Agenzia nazionale delle politiche attive) e Unioncamere segnalava come il 31% delle aziende riscontri «difficoltà di reperimento» per 1,2 milioni di contratti programmati nei primi tre mesi del 2019, con un fabbisogno insoddisfatto di figure tecniche, scientifiche e ingegneristiche. Un dato impressionante, se si considera che il tasso di disoccupazione giovanile resta stabilmente inchiodato sopra il 30%. Per le aziende è grosso un problema, tanto che l'amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, ha deciso di far diventare la questione un caso nazionale: «Nei prossimi due o tre anni avremo bisogno di 5-6 mila lavoratori, ma non so dove andarli a trovare», afferma durante una tavola rotonda organizzata dalla Cisl sul lavoro che cambia. Fincantieri, colosso pubblico e big mondiale delle costruzioni navali, cerca «carpentieri e saldatori», lancia l'appello Bono. «Abbiamo lavoro per dieci anni e cresciamo a un ritmo del 10% però sembra che i giovani abbiano perso la voglia di lavorare, ed esorto i genitori a spronarli. D'altra parte, se uno si accontenta di fare il rider a 500, 600 euro... Da noi un lavoratore medio prende 1600 euro: purtroppo mi sembra che abbiamo su questo cambiato cultura». I dati del rapporto Unioncamere confermano: tra i primi trenta profili difficili da reperire, 19 riguardano professioni tecniche in ambito industriale e il disallineamento tra domanda e offerta riguarda il 42% degli operai metalmeccanici ed elettromeccanici. «Sento parlare tanto di lavoro, crescita, infrastrutture, porti, autostrade e aeroporti e penso che noi fra un po' di tempo avremo più università che laureati, più porti che navi, più aeroporti che passeggeri. Questi sono gli sprechi del Paese: vogliamo tutto, ma vogliamo che lo facciano gli altri», incalza Bono criticando anche il sindacato responsabile di «un appiattimento generalizzato: non posso pagare un saldatore come un magazziniere, lo dovrei pagare come un ingegnere e invece non posso. Il lavoro è dignità».