La Storia in prima pagina con il Mattino: la settima puntata della graphic novel

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Nel settimo episodio della graphic novel curata da Giffoni film festival per i 130 anni del «Mattino», riflettori puntati sul decennio 1942-1952. Il giornale e la sua storia entrata nel periodo drammatico della fine della guerra, la caduta del fascismo e la ricostruzione. Uno stringato giornale titola il 29 luglio 1943 sulla caduta del fascismo: “Il partito fascista è sciolto ed il “Gran Consiglio” abolito”. L'Italia è ancora in guerra, iniziano mesi di conflitto civile e l'Italia sarà divisa in due. “Il Mattino” vivrà il suo canto del cigno dei suoi primi 52 anni di vita. Nelle ultime settimane, la direzione è stata riaffidata a Paolo Scarfoglio, nel segno del richiamo alle origini. Solo notizie ufficiali sulla guerra, comunicati.

Il giornale viene chiuso dagli anglo-americani arrivati a Napoli nell'ottobre del 1943. Cessano le pubblicazioni del “Mattino”, sostituito dal quotidiano “Il Risorgimento” controllato dagli Alleati, che riunisce anche le testate “Roma” e “Corriere di Napoli” di proprietà del Banco di Napoli. Alla direzione viene chiamato il liberale Floriano Del Secolo, su indicazione di Benedetto Croce. “Cassino espugnata” titola il 19 maggio 1944 il “Risorgimento” che, nello stesso numero pubblica i programmi di Radio Napoli, gli orari dell'oscuramento e del coprifuoco. La guerra continua ancora per qualche mese. Il 29 aprile 1945, finalmente “il Risorgimento” titola “La Germania si arrende”. Spietato il titolo di centro nella prima pagina: “La fine di Mussolini e della sua banda”. Il quotiano, unico a Napoli, vende 289mila copie. Racconta la morte di Mussolini e l'avvio della Repubblica.

È dopoguerra e nuove speranza, quando domenica 28 dicembre 1947 “il Risorgimento” titola “De Nicola ha firmato la Carta costituzionale”. L'Italia non è più monarchica, lo Statuto Albertino è sostituito dalla nuova Costituzione frutto del lavoro di mediazione e sintesi dei deputati dell'Assemblea costituente. La vita riprende e le locandine degli spettacoli nei teatri napoletani registrano la voglia di ripresa.

Tempo di resurrezione e rinascita e, domenica 9 aprile 1950 giorno di Pasqua, torna in edicola anche “Il Mattino”. Lo dirige Giovanni Ansaldo, giornalista dal prestigioso curriculum scelto dalla Dc, azionista di minoranza della proprietà che ha socio principale il Banco di Napoli. “Chiediamo scusa se parliamo di noi” era il titolo del fondo di presentazione di Ansaldo, che rispondeva alle critiche di chi gli contestava la direzione del giornale “Telegrafo” di Livorno in era fascista. Lui che aveva firmato il manifesto degli intellettuali antifascisti, che era stato esiliato dal fascismo, ma aveva ripreso a lavorare senza manifestare troppe simpatie per il regime. Con il prestigioso direttore, genovese orgoglioso di dirigere il quotidiano napoletano, “Il Mattino” tornava in edicola dopo un lungo periodo tra il 4 ottobre 1943 e il primo aprile 1950. Fu la rinascita.