ESCLUSIVO/ La morte di Petru, ucciso
tra l'indifferenza della gente/ IL VIDEO

La disperazione della compagna del rom ucciso
La disperazione della compagna del rom ucciso
di GIUSEPPE CRIMALDI E LEANDRO DEL GAUDIO
Martedì 16 Giugno 2009, 10:35 - Ultimo agg. 15 Marzo, 21:11
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NAPOLI (16 giugno) - (GUARDA IL VIDEO) L’ultimo taglio di luce illumina i vicoli del ventre di Napoli quando quattro moto si lanciano verso via Pignasecca. Sfrecciano contromano, puntando verso piazzetta Montesanto.

Il nastro del sistema di videosorveglianza della Cumana segna con precisione l’inizio della fine di una vita: quella del romeno Petru Birladeandu. Era arrivato a Napoli con la speranza di un’esistenza migliore, sulla sua strada ha trovato solo una raffica di mitraglietta che lo ha ucciso.





Martedì 26 maggio, ore 19,47. Inizia da qui la ricostruzione filmata della tragedia registrata in tutte le sue fasi grazie a tre videocamere. La prima inquadra via Pignasecca, le ultime puntano l’obiettivo sugli interni della funicolare di Montesanto. I fotogrammi di questi allucinanti filmati sono stati acquisiti dalla polizia e trasmessi nel fascicolo d’inchiesta coordinato da due pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, i pm Sergio Amato e Michele Del Prete. L’indagine è quella della «faida dei Quartieri spagnoli», ma anche quella sull’omicidio di Birladeandu.





Nel primo video si nota l’irruzione dei killer, otto giovani (sei dei quali indossano un casco integrale) a bordo di quattro tra moto e scooteroni. Volano contromano, due dei killer impugnano mitragliette puntate ad altezza d’uomo. Poco prima dell’arrivo del commando si nota anche Petru che con la moglie risale la strada. Camminano tranquilli sul marciapiedi. I killer si dirigono sotto l’abitazione di Salvatore Mariano, ed è lì che iniziano a esplodere raffiche micidiali. Dalla funicolare sono appena uscite decine di persone, tra cui molte donne e bambini. Una raffica centra Birladeanu alla gamba e al torace. Il giovane, seppur ferito, cerca riparo all’interno della funicolare.





È qui che riprendono le immagini contenute nel secondo video. Gli otto delinquenti sono ormai in fuga e lo scenario è quello dell’ingresso della funicolare, lato scale mobili. Scene convulse di fuggi fuggi generale. Petru inciampa, la moglie lo aiuta a rialzarsi, è ben visibile il sangue che comincia a inzuppargli la T-shirt grigia. L’istinto di sopravvivenza lo spinge a percorrere anche le scale mobili, uno sforzo immane, fino all’arrivo nella sala della biglietteria. Terzo video, ecco le immagini più tragiche. Birladeandu, sfinito, si accascia. Cade anche sua moglie, e la piccola fisarmonica rossa che suonava per strada chiedendo qualche spicciolo di generosità. Il suo volto è una maschera di dolore.

Ma la parte più agghiacciante deve ancora arrivare. Implorano aiuto, i due romeni. Inutilmente.



Pur essendo vicini alla coppia una quindicina di persone, nessuno tenta di aiutare i due. Mamme e nonni alzano di peso figli e nipoti scavalcando i tornelli d’ingresso. Guardano e scappano. C’è chi continua a parlare al telefonino. Molti certo non hanno capito che quel ragazzo che cade tenendosi stretto il palmo della mano sul petto è una povera vittima. Vittima innocente di camorra. Come Silvia Ruotolo. Come Annalisa Durante, Gigi Sequino e Paolo Castaldi. Esattamente come Nunzio Pandolfi e Valentina Terracciano.





Sono gli ultimi secondi di vita di Petru Birladeandu. Gli resta accanto la moglie e più nessuno. La donna piange, si dispera, implora l’intervento di qualcuno. Arriva una signora bionda di mezza età, ma resta impietrita davanti a ciò che vede. Poi un uomo, con il cellulare in mano. Intanto gli occhi di Petru si chiudono piano. Muore così, senza un lamento.