"Eroe Anatolji, la figlia piccola ogni giorno bacia la sua foto"

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(NewFotoSud - Alessandro Pone) «Non voglio dire nulla, non sono io il giudice. Non posso sapere se è giusto così o no. Magari chi ha deciso ha ragione». Nadiya Korol parla lentamente. La sentenza di primo grado che condanna a vent’anni Marco Di Lorenzo e il fratellastro Gianluca Ianuale, i due giovani assassini di suo marito Anatolij, le arriva come il colpo di coda di qualcosa che è già successo, in un tempo lontano, in un altro mondo, un anno e quasi un mese fa. Anche i complici dei due sono stati giudicati colpevoli: la condanna che sconteranno è venti anni per Emiliano Esposito, e tre anni e quattro mesi a Mario Ischero. «Ma questo - dice Nadiya, con il tono di chi accetta la vita come si accetta un temporale - non mi fa sentire più tranquilla, no. Per me non è che cambia qualcosa».