Elettori intimiditi facendo leva sulle case popolari dove vivono, sull'eventualità che l'elezione a sindaco del candidato «sbagliato» possa determinare «una cacciata generale». Emerge anche questo dall'inchiesta dei carabinieri e della Dda di Napoli (pm Henry John Woodcock e Stefano Capuano) che ha fatto luce sul voto di scambio politico-mafioso a Cercola, in provincia di Napoli, in occasione delle amministrative del maggio 2023.
In una conversazione intercettata dai militari a parlare sono due dei sette arrestati e una donna: si tratta di Giovanni de Micco, di sua figlia Giuseppina, e di una elettrice che cercano di spaventare per costringerla a votare il loro candidato.
«Vota sempre a (il nome di uno dei candidati a sindaco di Cercola)", dice Giovanni De Micco alla donna la quale si lamenta del fatto che questo candidato «non vuole dare niente».
La donna appare preoccupata: «ha detto? Pure a noi ce ne caccia?". «A tutti - incalza Giovanni de Micco - ha detto deve pulire Caravita (un rione di Cercola)". Lo scorso 6 maggio sono finiti in carcere Antonietta Ponticelli, figlia del boss ergastolano Gianfranco, risultata essere rappresentate di lista a dispetto di una condanna per associazione mafiosa; Giuseppina De Micco, 50 anni; i fratelli Sabino e Giusy De Micco, 25 e 30 anni; Salvatore Capasso, 45 anni, e Pasquale De Micco, 51 anni. Ai domiciliari per Giovanni De Micco, 75 anni, padre di Giuseppina.